Tra pochi giorni si festeggerà la cravatta come accessorio cool ma chi lo dice che può essere indossata solo dagli uomini? Le ultime sfilate di moda la riportano in auge.

 

Le ultime sfilate andate in scena tra Milano e Parigi hanno portato in passerella una donna la cui autorità passa attraverso outfit che le conferiscono un aspetto androgino e versatile. Bella Hadid, si presenta alla Parigi Fashion Week per Saint Laurent, in giacca e cravatta e con le mani in tasca. L’accessorio divertissement, sdoganato anche da Re Giorgio per la prossima estate, diventa simbolo della moda timeless, di potere ed empowerment. La cravatta, che abbiamo visto indossare anche a Chiara Ferragni e ad Alessia Marcuzzi, la si può annodare come foulard, perfetta per un colloquio di lavoro a cui si vuole dare un imprinting deciso oppure, nel caso di una donna che vuole ammaliare ed esaltare la sua bellezza, la cravatta può essere utilizzare come top a fascia. Un messaggio chiaro quello degli stilisti che proiettano il femminile in un mondo che da sempre ha erroneamente etichettato l’uomo, come colui che dovesse portare i pantaloni in casa.

Il 18 ottobre la Giornata internazionale della cravatta

Manca poco a quella che è stata definita nel 2003 la Giornata internazionale della cravatta, capo iconico oggi indossata sia dagli uomini che dalle donne. Invenzione dei soldati croati nel XVII secolo, attirò l’attenzione di Re Luigi XIV che a corte ne fece grande sfoggio. Nel corso dei secoli, la cravatta si è evoluta ed ha cambiato colori e formati, a seconda delle tendenze. Da sottili e dritte negli anni ’50 a cravatte ampie e colorate negli anni ’60, fino all’evoluzione del papillon e delle cravatte in bambù. Accessorio inizialmente maschile, abbiamo visto indossare la cravatta all’uomo manager ma anche allo sposo, perfetto ed impeccabile nel suo giorno più importante, la cravatta ha da sempre raccontato uno status quo. Ne era convinto anche Nino D’Angelo in un suo celebre pezzo dal titolo: “Senza giacca e cravatta”, che racconta di uomo e della sua scalata al successo, partendo proprio dal basso.

Classic Blue 19-4052 è il colore sobrio, simbolo del crepuscolo e della protezione che detterà moda nel 2020

Nella cromoterapia, è il colore della calma, della tranquillità e dell'equilibrio. Il Classic Blue è ben distante dal Digital Blue, quello di Facebook e degli Avatar visti al cinema.

A confermare questa tendenza è stato il Pantone Color Institute, società statunitense specializzata in colori e tendenze, che ha da poco rivelato la nuance simbolo dell’anno che verrà. 

Classic Blue è un colore elegante nella sua semplicità. Dona un senso di pace e tranquillità, offrendo rifugio. Stimola la riflessione ed evidenzia il desiderio di una base affidabile e stabile mentre attraversiamo la soglia di una nuova era

ha dichiarato il celebre Istituto. 

E che questo fosse il colore del 2020, la moda lo aveva già capito da un pezzo. 

Basti sfogliare, infatti, le collezioni primavera-estate 2020, da Salvatore Ferragamo a Max Mara, da Gucci a Missoni. Importanti Maison che hanno fatto di questo blu intenso, romantico ed amato in passato da Cocco Chanel, il protagonista di un esercito fashion vestito di audace raffinatezza.